Le scimmie

...hanno poco a che vedere con il blog, ma ho voluto utilizzare queste goffe creature per rappresentarmi.
"Le scimmie sono una satira vivente della razza umana" Henry W. Beecher

venerdì 2 dicembre 2016

Il perchè del mio NO.



Il mio Perché del voto "NO".
Non mi sono informato sui punti del "SI",  non capisco tutti i punti cui si basa questo "enorme cambiamento", fatta questa prefazione vengo al dunque e vorrei esporre le mie convinzioni a riguardo del Referendum del prossimo 4 Dicembre.
Prima di tutto, i nostri "governanti" hanno sempre fatto quello che gli pare, hanno martirizzato, lucrato, mangiato, spolpato e spogliato di ogni bene tutto quello che era una volta questo stupendo paese.
Non ci hanno mai pensato più di una volta quando si è trattato di calpestare la Costituzione per interessi propri, facendo il bello e cattivo tempo delle leggi girandole e voltandole per i cacchi propri.
Da quello che mi sembra di capire, puntando sull'ignoranza mia e quella di altre decine di milioni di ignoranti come me, i favorevoli al "SI" si basano sul fatto che abolirebbero le spese del costo della politica, ma poi, quando si è cercato di votare per eliminare il vitalizio, le auto blu, il numero dei deputati, hanno sempre votato a sfavore, paraculandosi i loro interessi senza pensare al popolo.
In questo cambiamento si parla di immunità parlamentare, come se non bastasse il fatto che sono così privilegiati e si permettono di sentirsi al di sopra di ogni comune cittadino. (Alzi la mano qualsiasi politico di qualsiasi bandiera che non sia implicato in un qualche magagna di bustarella, corruzione, favoritismo ecc).
Un senato formato dai consiglieri Regionali e 21 sindaci, dove una marea delle amministrazioni dei comuni italiani sono collusi in un qualche scandalo di corruzione o peggio.
Stranamente quelli che vogliono cambiare la costituzione sono gli stessi che hanno violata quella esistente per gli ultimi 20 anni, vedi il governo attuale e quello precedente, non eletto dal popolo ma con scambi di poltrone giocano a scacchi con la nostra pelle.
Se avessero voluto il bene di questo paese, ci sarebbero stati decine di provvedimenti, leggi anticorruzioni, snellimenti burocratici da fare e non questo vile e caotico "colpo di stato" per accaparrarsi il potere assoluto di un governo abusivo e arrogante autproclamato.
Mi basta sapere che è una proposta fatta da un partito (PDI) dove la maggior parte dei personaggi sono coinvolti in affari loschi non potrò mai convincermi che sia una cosa fatta per il bene del paese.
La Nostra Costituzione è stata scritta Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, da allora è stato fatto solo appello al fatto che abbiamo una costituzione ma sempre violata in ogni punto, forse vogliono cambiarla solo per poter continuare a fare i porci comodi loro senza sentirsi in colpa verso un pezzo di carta.

venerdì 2 settembre 2016

Je suis, je ne suis pas.


Tutti scandalizzati dalla vignetta di Charlie Hebdo, se solo ci soffermassimo a "leggere" tra le righe e capire che la "lasagna" non è altro che un altro piatto cucinato a dovere per il magna magna dei nostri governanti. Resta fermo il punto che la vignetta mi fa schifo, chiunque speculi sula morte altrui mi fa schifo, mi fa schifo allo stesso livello dei volta bandiera che difende un diritto di libertà fin la dove non va contro le proprie convinzioni. Mi fanno schifo i giornali che vendono merda, alzano la merda e vivono sulla merda. Non gli do peso, è come una delle tante barzellette fatte sull'olocausto o su altre disgrazie avvenute nel tempo. Questa forse brucia di più perché il dolore e la rabbia è più vivo, più recente.
Tutto è opinabile, tutto è discutibile.
I social hanno dato vita al tutti contro tutto, gente che si scandalizza contro altra gente che non si scandalizza, dita puntate in ogni dove.
Charlie Hedbo mi fa schifo a prescindere ma se è diventato quello che oggi tutti conosciamo è soltanto per l'indignazione suscitata in tutti quelli che di volta in volta sono stati colpiti.
Da "Siamo tutti Charlie Hedbo" a siamo tutti contro "Charlie Hedbo è stato solo un attimo.

martedì 9 agosto 2016

Pokemon Go Mania.


Sembra che tutto sia da mettere in discussione.

Ieri era il turno di chi giocava a "Ruzzle" fenomeno del 2012, un'applicazione, un gioco, sviluppato dalla "MAG Interactive", registro più di 50.000.000 (CINQUANTAMILIONI) di download, ci giocavano tutti, e chi non ci giocava derideva chi ci giocava, almeno fino a che non se lo scaricasse anche lui.

Poi è arrivato il momento di "Candy Crush Saga", sviluppato dalla "King" nel
2013, ha avuto una media di 45,6 milioni di utenti al mese, superando ogni aspettativa e risultando il Game più scaricato dall'APP STORE nel 2013. Poi nel 2015, Activision Blizzard compra tutto per 5,9 miliardi di dollari, (si hai letto bene quasi 6.000.000.000 di $. E giù, tutti a criticare chi giocasse a questo stupido gioco, perditempo e fannulloni ecc ecc ecc...
L'avevamo fatto anche con Farmiville e con tutti i giochini installati su smartphone.
Adesso è l'epoca dei "Pokemon GO", fenomeno della realtà aumentata, se vogliamo parlare di numeri;
40 Milioni circa di download nei primi 15 giorni di lancio.
35 Milioni di dollari generati nelle transizione dell'app nei primi 15 giorni.
9 Miliardi di dollari l'aumento generato in valore sul titolo NINTENDO dopo solo 5 giorni.
40 Miliardi di dollari il valore in borsa della Nintendo a due settimane dall'uscita del titolo.
Questo a beneficio dell'azienda, :)

Adesso vediamo i vantaggi di chi ci gioca.
1800 le calorie bruciate ogni settimana da chi gioca a Pokemon GO. Per giocarci devi fare moto, a piedi, al massimo in bici, a differenza di tutti i videogiochi che ti facevano sprofondare nel divano, questo se non esci di casa non giochi.
E' un modo per entrare in contatto con altre persone, sia tra i già conoscenti, si gira per andare a caccia di mostri, sia tra estranei, ci si incontra in luoghi di interesse, accomunati dalla stessa motivazione, catturare un pokemon. Ieri ho visto un gruppo di ragazzi, poco più che adolescenti, camminare tutti insieme ridendo e giocando a fare i cacciatori di pokemon. (questo è centomila volte meglio che vederli buttati a terra, annoiati e/o a far danni)
E' un gioco che piace a tutti, chi l'ha detto che ad una certa età non ci si può giocare a Pokemon? Ci gioco anch'io ed ho 49 anni. I piagnoni che prendono in giro chi partecipa a questo gioco, probabilmente lo fanno solo o perché non possono, nel senso che non hanno uno smartphone per giocarci oppure, musoni senza gloria, non sono stati mai bambini e non sanno che si invecchia quando si è smesso di giocare.
"Non siamo più pienamente vivi, più completamente noi stessi, e più profondamente assorti in qualcosa, che quando giochiamo."
(Charles E. Schaefer)


sabato 9 luglio 2016

No, non è GOMORRA.

"GRAVE SPARATORIA A NAPOLI"

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Ecco, adesso che ho la vostra attenzione, volevo dirvi che in questi giorni, a Napoli c'è uno degli eventi "meno pubblicizzati" dai media ma più Glamour del momento. D&G a Napoli tra la bellezza paesaggistica e il folklore napoletano, i due stilisti, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, stanno dando in queste ore e fino a Domenica sera una nota in più alla già soave musica della mondanità partenopea.
Evento che ha attirato l'attenzione di tutto il mondo, con la presenza di personaggi del calibro di Sofia Loren, Angelina Jolie, Brad Pitt, Madonna, oltre a tanti altri "vip" approdati nel golfo coni loro mega panfili.
Un vero e proprio omaggio alla "Napoletanità", ai suoi simboli e alla sua genuinità. I due stilisti hanno scelto di ispirarsi a Napoli per la loro collezione.
Gli stilisti che hanno dichiarato di essersi innamorati dei napoletani, hanno scelto di allestire una passerella a San Gregorio Armeno. Non hanno, però, voluto cambiare niente. A fare da contorno alle modelle, che sfilavano su tacchi vertiginosi, c’erano tutte le botteghe artigianali di pastori. L’intenzione era proprio quella di lasciar trasparire la veracità di Napoli.


Ma tutto questo non fa sensazionalismo, ed i media nazionali non ne parlano, Napoli fa Notizia solo se ci scappa il morto, solo se c'è qualche arresto clamoroso o per notizie di cronaca nera in generale.
Io ho visto con i miei occhi, e cerco di trasmetterlo a chi non ha potuto.
napoli non ha bisogno di pubblicità, Napoli è la capitale del turismo e questo mi basta.

giovedì 21 aprile 2016

Democrazia sta cippa.


A proposito dei referendum, io sono andato a votare, (si scrive a "votare" perché "a farsi prendere per il culo", fa brutto, dicevo io ci sono andato, ed ho espresso il mio parere a riguardo le Trivelle, per quel che conta. Non biasimo chi non ci è andato, anzi, forse hanno capito più loro che i 15 milioni di stupidi come me.
I referendum abrogativi del 2011 si sono tenuti in Italia il 12 e 13 giugno 2011.
L'elettore ha avuto la facoltà di votare per uno o alcuni dei quesiti referendari. Affinché ciascuno dei quattro referendum fosse valido, era richiesta la partecipazione al voto, per il rispettivo quesito, della maggioranza degli aventi diritto.
Gli elettori chiamati al voto erano 47 118 352 (22 604 349 di sesso maschile e 24 514 003 di sesso femminile), più 3 300 496 elettori residenti all'estero. Il quorum da raggiungere per la validità della consultazione era pari alla maggioranza degli aventi diritto, vale a dire 25 209 425 elettori, soglia poi superata con il totale del 54,81% (primo quesito), 54,82% (secondo quesito), 54,79% (terzo quesito) e 54,78% (quarto quesito) degli elettori residenti in Italia e all'estero.
Per tutti i quattro quesiti il numero dei voti favorevoli ha superato il numero dei voti contrari; le norme sottoposte a referendum sono state quindi abrogate a norma dell'articolo 75 della Costituzione.
Bene, nel tardo pomeriggio di mercoledì 20 aprile la Camera con 243 voti favorevoli e 129 contrari ha dato il via libera sul DDL per la gestione pubblica dell'acqua. Il risultato è stato accolto tra le proteste di M5S e Si e dei comitati per l'acqua, presenti in tribuna, che hanno costretto il vicepresidente di turno Roberto Giachetti a sospendere la seduta.
Il ddl ora passa al Senato. Durante la votazione è scoppiata la bagarre nell'Aula della Camera. Il provvedimento ha fatto discutere nei giorni scorsi per due emendamenti Pd che tolgono l’obbligo della gestione pubblica del 2011. Il fulcro delle proteste delle opposizioni nasce dalla modifica, intervenuta in commissione Ambiente, dell’articolo che stabilisce che il servizio idrico integrato viene considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, che può essere affidato anche in via diretta a società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per la gestione “in house”, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell'Ato (ambito territoriale ottimale).

L’esito di quel referendum è stato capovolto, a detta di Ciati, poiché è stato soppresso l'articolo relativo alla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato che prevedeva l'assoggettamento al regime del demanio pubblico di acquedotti, fognature, impianti di depurazione e le altre infrastrutture.

Questo per dire che se non votiamo fanno quello che cazzo gli pare, se votiamo PURE. Se vincevano i "SI" nell'ultimo referendum pensate che davvero veniva rispettato il volere del popolo?
Meditate gente Meditate.

mercoledì 13 aprile 2016

Insieme si può.


Quando pensiamo al problema dell’inquinamento urbano, lo visualizziamo come una palla gigante di fumo, cartacce, ferro, plastica puzzolente e tossica che ci schiaccia, cacca di cani ecc. Sembra un problema che non ci spetta, ognuno di noi si sente impotente. Così non facciamo la raccolta differenziata, (almeno non tutti), "tanto poi alla discarica mescolano tutto", la frase più stupida per riversare il problema addosso agli altri, buttiamo i mozziconi per terra "tanto pagano gli spazzini" consumiamo acqua a volontà "tanto c’è chi fa di peggio", mangiamo prodotti che arrivano da lontano e fuori stagione perché costano poco.
Intanto la Terra cambia clima con 16 gradi a Gennaio e le zanzare girano ancora per casa.

Proviamo a visualizzare il problema inquinamento da un’altra prospettiva. Vediamolo come un piccolo pezzo di terra che ci sta nella mano, il nostro piccolo pezzo di terra, quello che calpestiamo ogni giorno andando al lavoro, giocando nel giardino a palla con i nostri figli. Possiamo curarlo facilmente perché lo sappiamo gestire, è alla nostra portata.
Ad esempio per la raccolta differenziata immaginiamo che nel nostro ripostiglio ci sia il nostro personale centro di recupero rifiuti dove molti dei nostri rifiuti possono avere nuova vita. Il resto andrà a finire nel nostro giardino dentro una buca. Sarebbe brutto che il nostro giardino fosse tutto pieno di rifiuti, no? Quindi ci impegniamo a differenziarli.
Per il risparmio dell’acqua possiamo immaginare di avere una sola bottiglia d’acqua con la quale lavarci la faccia, le mani e i denti quindi non possiamo sprecare nemmeno una goccia e non resteremo certo a lavarci i denti con il rubinetto aperto. Insomma possiamo rispettare l’ambiente nel nostro piccolo e tutti “i nostri piccoli” messi insieme daranno un grande risultato. Se tutti togliamo le foglie nel nostro pezzo di strada tutta la strada sarà priva di foglie.

Adesso indipendentemente dal ruolo cui copro come guardia ambientale, ma principalmente come cittadino della terra. Il pianeta sta morendo, sotto il peso dello sfruttamento e del menefreghismo dell'uomo. Ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo per cercare di migliorare la vivibilità dei nostri figli, i nostri nipoti. 
Questi i tempi di biodegradabilità di alcuni prodotti del nostro quotidiano, che se smaltiti nel modo giusto non nuocciono all'ambiente.

Pile Cadmiopile Alcuni milioni di anni
Bottiglia di vetrobottiglie di vetroAlcuni millenni
Sacchetto di Plasticasacchetti plasticaOltre 800 anni
Bottiglia di plasticaBottiglia di plasticaOltre 500 anni
Flacone in plasticaFlacone plasticaOltre 400 anni
Lattina in alluminiolattina alluminioOltre 100 anni
BarattolobarattoloOltre 50 anni
LegnolegnoOltre 2 anni
Maglione di lanamaglioneOltre 1 anno
PannolinopannolinoOltre 1 anno
SigarettasigarettaOltre 1 anno
Carta accoppiatascatole carta accoppiataOltre 5 mesi
Scatola di cartonescatola cartoneOltre 2 mesi
GiornaligiornaliOltre 2 mesi
Guanti di lanaguanti di lanaOltre 2 mesi
Carta assorbentecarta assorbenteOltre 4 settimane



FAZZOLETTO DI CARTA: 4 SETTIME
GIORNALE: 6 SETTIMANE
TORSOLO DI MELA: 2 MESI
BUCCIA DI BANANA: 2 MESI
FIAMMIFERO: 6 MESI
STOFFA E LANA: 8-10 MESI
SCATOLA DI CARTONE: 9 MESI
MOZZICONE DI SIGARETTA: 1 ANNO
GOMMA DA MASTICARE: 5 ANNI
LEGNO VERNICIATO: 13 ANNI
BARATTOLO: 50 ANNI
LATTINA: 200 ANNI
PANNOLINI ED ASSORBENTI: 500 ANNI
BOTTIGLIA DI PLASTICA: 100-1000 ANNI
BUSTA O SACCHETTO DI PLASTICA: 100-1000 ANNI
PIATTI O BICCHIERI DI PLASTICA: 100-1000 ANNI
CARTE DI CREDITO O SCHEDE TELEFONICHE 1000 ANNI
POLISTIROLO: OLTRE I MILLE ANNI


giovedì 17 marzo 2016

Bufalolandia


Adesso, mi domando e dico...e spero che chi lo sta condividendo lo faccia per scopi goliardici, ma come si possono condividere delle "bufale" grosse quanto la luna, fotomontaggi ridicoli, notizie allarmistiche con la prefazione "Presto, condividi prima che venga censurato", oppure, "Questa foto è stata eliminata dalla rete, ma tutti devono sapere.", ma se è stata censurata, eliminata da organi segreti che complottano contro l'umanità, TU.., come cacchio la tieni? Chi sei l'agente "K" dei MIB? Con chi vai a giocare le bollette alla SNAI con un esponente di Asgard? Sei un rettiliano?
Sarebbe buon senso verificare le notizie prima di diffonderle per alcuni semplici motivi:
1) Si evita di fare disinformazione (per le notizie più serie), dando modo a chi è interessato all'argomento di capire meglio la situazione.
2) Si evita di dare visibilità a siti spazzatura come "Il Giomale", "La Nozione", "Il corriere della sega"...ecc ecc.
3) Evitate di fare delle immense figure di merda davanti ad altre persone che per un motivo o per un altro vi seguono.
Ultima frontiera "Catturato a Tropea Mostro Marino 70 m", corredato da foto ed esclamazione "presto, prima che ti scoppi il brufolo che hai al posto del cervello"
Ecco le foto.
Pubblicato da Enzo Ruggiero su Giovedì 17 marzo 2016

mercoledì 16 marzo 2016

Referendum trivelle: cosa prevede davvero e qual è la posta in gioco


Il 17 aprile prossimo si terrà il referendum sulle trivellazioni in mare per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, tra cui petrolio e gas. Si tratta di un referendum abrogativo. Occorre, cioè, che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un “Sì”. Votando “Sì”, i cittadini avranno la possibilità di cancellare la norma sottoposta a referendum.

COSA SI CHIEDE ESATTAMENTE? CHE ACCADE SE VINCE IL SÌ?

L’obiettivo dei proponenti il referendum è quello di impedire alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante già oggi le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, per quanto riguarda le ricerche e le attività petrolifere già in corso una vittoria del «Sì» obbligherebbe le attività petrolifere a cessare progressivamente secondo la scadenza “naturale” fissata originariamente al momento del rilascio delle concessioni.

CHE SUCCEDE SE VINCE IL NO (O SE NON C’È IL QUORUM)

In caso di vittoria del no (o di mancato raggiungimento del quorum), le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero scadenza certa, ma proseguirebbero fino a esaurimento del giacimento. Questo nonostante le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, secondo la legge in vigore.

Il referendum, quindi, non riguarda il divieto di effettuare nuove trivellazioni, che sono già vietate entro le 12 miglia e continueranno a essere permesse oltre questo limite anche in caso di vittoria dei sì.

Cosa vuole cambiare il referendum?

Nel referendum si chiede agli italiani se vogliono abrogare la parte di una legge che permette a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa di rinnovare la concessione fino all'esaurimento del giacimento. Il quesito del referendum, letteralmente, recita:

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Quindi, Una vittoria dei sì al referendum impedirà l’ulteriore sfruttamento degli impianti già esistenti una volta scadute le concessioni. Il referendum riguarda soltanto 21 concessioni che invece si trovano entro questo limite: una in Veneto, due in Emilia-Romagna, uno nelle Marche, tre in Puglia, cinque in Calabria, due in Basilicata e sette in Sicilia. Le prime concessioni che scadranno sono quelle degli impianti più vecchi, costruiti negli anni Settanta. Le leggi prevedono che le concessioni abbiano una durata iniziale di trent'anni, prorogabile una prima volta per altri dieci, una seconda volta per cinque e una terza volta per altri cinque; al termine della concessione, le aziende possono chiedere di prorogare la concessione fino all'esaurimento del giacimento. Se al referendum dovessero vincere il sì, gli impianti delle 21 concessioni di cui si parla dovranno chiudere tra circa cinque-dieci anni. In tutto in Italia ci sono circa 130 piattaforme offshore utilizzate in processi di estrazione o produzione di gas e petrolio. Quattro quinti di tutto il gas che viene prodotto in Italia (e che soddisfa circa il 10 per cento del fabbisogno nazionale) viene estratto dal mare, così come un quarto di tutto il petrolio estratto in Italia. Nessuno al momento ha calcolato quale percentuale di gas e petrolio viene prodotta entro le 12 miglia marine, né quanto sono abbondanti le riserve che si trovano in quest’area.Sono esistiti fino adesso ma mai nessuno ha dato peso alla cosa.



LE RAGIONI DEL SÌ

1) Rischi per la fauna
Per la scansione dei fondali viene utilizzato l’air gun, spari di aria compressa che generano onde che “leggono” il sottosuolo. Alcuni cetacei e alcune specie di pesce vengono danneggiati con lesioni e perdita dell’udito a causa dell’air gun.

2) Ci guadagnano solo i petrolieri
Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae.

3) Il gioco non vale la candela
L’incidente è comunque possibile e in un mare chiuso come il Mediterraneo il disastro ambientale sarebbe amplificato. Inoltre la trivellazione non risolverà i nostri problemi energetici: le riserve certe nei mari italiani equivalgono a 6-7 settimane di consumi nazionali di petrolio e 6 mesi di gas.

LE RAGIONI DEL NO

1) Perdita di investimenti e posti di lavoro
Smettere di usare gli impianti entro le acque territoriali italiane significherebbe perdere gli investimenti fatti fino a oggi e quelli futuri. Oltre che a migliaia di posti di lavoro.

2) Basso rischio di incidenti
Dal 1950 a oggi ci sono stati pochi incidenti che hanno riguardato impianti di estrazione: a Cortemaggiore (Piacenza) appunto nel 1950 e a Trecate (Novara) nel 1994. Un incidente in mare è avvenuto a Porto Corsini (Ravenna) nel 1965.

3) Fabbisogno energetico
Secondo le stime il petrolio presente nei mari italiani sarebbe pari a 700 milioni di tonnellate. Il nostro consumo attuale all’anno è 58 milioni di tonnellate. Nel 2014 sono stati importati 54 milioni di tonnellate. Avere fonti energetiche nostre ci fa spendere meno e ci mette al riparo da cali improvvisi dovuti a crisi internazionali.
Secondo le stime sarebbe pari a 700 milioni di tonnellate. Il nostro consumo attuale all’anno è 58 milioni di tonnellate. Nel 2015 sono stati esportati 21 milioni di tonnellate.

sabato 2 gennaio 2016

La "Giggidalessite".


Sempre più frequente, sui social, sono i commenti distruttivi, ironici, schifati anti D'alessio.
Partiamo dal presupposto che a me non piace il suo modo di cantare, ma "De gustibus non est sputazzellam!" diceva il mitico Totò.
Da "ignorante della materia" posso affermare che su molti brani Gigi D'alessio ha usato una gran bella poesia, parole che colpiscono il segno, entrando nei cuori delle persone e coinvolgendo i sentimenti ti porta a sognare. (Azz che paroloni che ho usato, e non c'è copyright ;) )

Ma parliamo un po' dei numeri:
  • 1992.  L’esordio viene pubblicato il suo primo album “Lasciatemi cantare”. I buoni risultati di vendita, accompagnati dall'entusiasmo dei fan sempre più numerosi, spalancano le porte al secondo lavoro “Scivolando verso l’alto” che vende 30.000 copie.
  • 1994. “Dove mi porta il cuore”. E’ l’anno del suo ingresso nella discografia ufficiale con l’album “Dove mi porta ilcuore” pubblicato dalla Ricordi.
  • 1994. “Dove mi porta il cuore”E’ l’anno del suo ingresso nella discografia ufficiale con l’album “Dove mi porta ilcuore” pubblicato dalla Ricordi.
  • 1997. Gigi D’Alessio allo stadio San Paolo di Napoli“Fuori dalla mischia” contiene altre hit come “Anna se sposa”, “Chiove”, “30 Canzoni” destinate ad entrare stabilmente nel repertorio di questo periodo. Il risultato straordinario ottenuto da questo lavoro consente a Gigi di realizzare un grande sogno: quello di suonare allo Stadio San Paolo di Napoli. La serata, memorabile, arriva il 7 giugno: 20.000 persone sono lì per acclamare quella che ormai è una star.
  • 1999. L’ottavo album ed il premio NIAF
“Portami con te”, l’album n.8, contiene 11 nuovi brani e altrettanti pilastri del suo repertorio sempre più vasto come “Una magica storia d’amore”, “Portami con te”, “Dovesei”, “Buongiorno”. Un altro traguardo importante è, in questo anno, l’esibizione alla presenza del Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton al Gala del N.I.A.F.


  • 2000. Sanremo e la tournée


Febbraio: Festival di Sanremo. Entriamo in nuova fase. D’Alessio non è soltanto il vincitore morale è, banalmente, quello numerico: la sua “Non dirgli mai” ha per mesi il più alto airplay radiofonico di tutte le canzoni in gara, mentre il relativo album dal titolo profetico, “Quando la mia vita cambierà” (il nono) è già disco d’oro a quindici giorni dall’uscita (arriverà a superare le 400.000 copie). Un album che si rivela un formidabile hit maker dopo il grande successo del secondo singolo “Una notte al telefono” e, in particolare, di “Caro Bambino Gesù” i cui proventi vengono devoluti all’associazione inglese promotrice delle adozioni a distanza “Azione Aiuto” (Action Aid). Stesso successo per la tournée che, dopo una partenza europea (Zurigo, Neu-Ulm, Karlsruhe, Mannheim), tocca le maggiori città italiane per tutta l’estate fino al concerto record – 220.000 spettatori – di Piazza del Plebiscito del 19 settembre.
  • 2001. Ancora Festival di Sanremo: la storia si ripete. “Tu che ne sai”, la canzone presentata alla 51° edizione, porta subito alla conquista del primo posto della classifica dei dischi più venduti l’album n.10 “Il cammino dell’età”. Un titolo rappresentativo che esprime il senso di una maturazione, di un progresso, di una evoluzione tangibile che rende perfettamente l’idea di come il “pianeta” D’Alessio sia in continuo movimento. L’album è un’altra formidabile macchina che sforna un successo dopo l’altro: “Il primo amore non si scorda mai”, “Il cammino dell’età”, “Un’altra donna dentro te”, “Tu che ne sai”, “Insieme a lei”, “Parlammene dimane”, “Bum bum”, “Mon Amour”. Tutte canzoni già pronte per essere cantate tutti insieme sotto un palcoscenico. Cosa che puntualmente accade anche in questa estate nella lunga tournée italiana ed europea che Gigi affronta sull'onda del successo del nuovo album. A fine giugno sul palcoscenico del 32° Premio Barocco Gigi incontra per la prima volta Sophia Lorenche coinvolge in “Reginella”. Lo straordinario duetto inchioda davanti ai teleschermi oltre cinque milioni di persone.
  • 2003. La tournée mondiale. Tra febbraio ed aprile la musica di Gigi D’Alessio “sbarca” in Canada, Australia e Stati Uniti (Montreal, Toronto, Sidney, Melbourne, Atlantic City ) in una decina di teatri di grande capacità dove al pubblico di origini italiane, che già conosce alcune canzoni, si unisce una platea di giovani cresciuti con il pop e il rock di ben altra estrazione. Un tour così importante, che è ben altra cosa delle brevi “puntate” promozionali fatte in Europa e in altri paesi del mercato ispanico, non poteva non avere una troupe al seguito che riprende tutto, dai concerti, agli spostamenti, ai backstage; insomma qualsiasi cosa possa riempire il taccuino di un vero e proprio diario di viaggio. Lo special televisivo, “Uno come te…in giro per il mondo” arriva puntuale su Raiuno in maggio, in una seconda serata che tiene davanti allo schermo oltre due milioni di persone con uno share del 17%, un successo senza riserve per questa fascia oraria.
Due concerti trionfali allo stadio Olimpico di Roma e al San Paolo di Napoli chiudono in giugno il lungo tour “Uno come te”. In autunno arriva “Buona vita”, il doppio cd che in 22 brani ripercorre i primi dieci anni della sua carriera. Vende mezzo milione di copie.
  • 2005, una platea di 250.000 persone si riunisce a Napoli, a Piazza del Plebiscito, per uno dei più grandi eventi della storia del pop italiano. Un concerto che è la consacrazione di un anno straordinario e di un mito. La serata raccoglie un cast d’eccezione con nomi quali Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Lee Ryan (ex cantante dei Blue), Giorgio Panariello e tanti altri. La messa in onda in prima serata su Canale 5 dell’evento ottiene oltre 6.500.000 telespettatori e uno share medio del 25%, un vero record per un concerto.
(altri successi non elencati, altrimenti mi prolungo troppo, saltiamo al...)
  • 2011.Il concerto al Radio City Music Hall di New YorkIl 14 febbraio è protagonista di un grande concerto-show nel leggendario Radio City Music Hall diNew York, affiancato da grandi star internazionali come Liza Minnelli, Anastacia, Paul Anka, Sylvester Stallone, Manhattan Transfer, Christian De Sica, Enrico Brignano, Mario Biondi, Ivete Sangalo, Nino Benvenuti e Valeria Marini.
  • 2015. Da sempre sensibile alle difficoltà della sua terra d’origine, Gigi decide che è arrivato il momento di accendere ulteriormente i riflettori sul problema della Terra dei Fuochi e così, insieme con Uliveto e Rocchetta, il 6 settembre porta alla Reggia di Caserta un concerto evento benefico., a cui hanno assistito 200 mila persone.E’ il primo passo di un progetto molto più ampio che prende il nome di “Malaterra”: un docufilm dedicato alla terra dei fuochi, un disco che contiene i più grandi successi napoletani ri-arrangiatati con importanti collaborazioni e una tournee mondiale che partirà il prossimo 14 ottobre da Lugano.
Nel corso della sua carriera ha venduto quasi 20 milioni di dischi, conquistando 1 disco di diamante e più di 100 dischi di platino, oltre numerosi premi tra cui il riconoscimento del miglior album NIAF.

La cosa che più però fa male... è vedere i napoletani cosiddetti "benpensanti" che discriminano, sputando fango su un artista riconosciuto in tutto il mondo, dove le sue canzoni sono cantate ovunque. Non piace? Bene, neanche a me piace. Ma non vedere oltre il proprio naso del successo che ha fatto questo "ragazzo" è da invidiosi senza palle.
 Purtroppo i primi nemici di Napoli sono i napoletani, non tutti per fortuna, ma quando siamo noi stessi ad ammainare la nostra bandiera, per gli altri non siamo altro che prede da abbordare.

potete anche commentare se vi va,,,, ;)