Si rideva e non avendo altro a cui pensare si "viveva" nel pieno della spensieratezza adolescenziale.
Il Boato.
Un silenzio improvviso calò su tutti in una atmosfera paradossalmente finta, forse durò una frazione di secondo, ma nel ricordo sembra che quel silenzio sia durato ore, poi il boato. La terra incominciò a tremare con moto sussultorio ed ondulatorio, con una violenza tale da non permetterti di mettere un piede d'avanti all'altro senza perdere l'equilibrio.
Un urlo spaventoso di centinaia di persone solo nel circondario, milioni in tutta la Campania si levò al cielo, dando vita a scene di panico tutt'ora difficili da dimenticare.
Palazzi alti sette/otto piani che oscillavano come se fossero di carta sballottati dal vento ed alcuni addirittura si "baciavano", scontrando l'uno contro l'altro, cornicione contro cornicione.
Il fuggi fuggi era caotico, macchine impazzite che correvano in ogni dove, ognuno di loro cercava di raggiungere la propria famiglia.
90 secondi circa, tanto durò la scossa. Un lungo interminabile minuto e mezzo dove non riuscivi a capire, a prendere coscienza di quello che stava accadendo.
L'Epicentro.
Fu in Irpinia, a circa 30 km di profondità, colpì un area di 17.000 km² con magnitudo 7 della scala Richter (pari al 9°/10° della scala Mercalli). I comuni di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna furono totalmente rasi al suolo. Tutta l'area Irpina messa in ginocchio devastata dalla forza del terremoto.
Gli effetti, tuttavia, si estesero ad una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a Napoli interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in tufo; a Poggioreale crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.I Numeri
2.998 morti.
8.245 Feriti.
234.960 senza tetto.
5.000.000 è il numero della popolazione coinvolta.
8.000 il numero dei soccorritori.
Classificato come uno dei terremoti più disastrosi del secolo, quello del 23 Novembre '80 ha lasciato un segno particolare in tutti noi che l'abbiamo vissuto. Ancora oggi dopo 33 anni, le immagini di quei giorni, la paura di non poter rientrare nelle proprie abitazioni, infatti dormimmo all'agghiaccio per diverse notti, in "accampamenti di fortuna" e la consapevolezza dell'immane tragedia che aveva colpito migliaia di persone, resterà per sempre vivido nei nostri ricordi.
10 commenti:
Momenti indicibili! Indescrivibili ma tu lo hai fatto alla grande!
Ciao Patricia Moll
Grazie Patricia. Ho cercato di raccontare quei momenti, emozionandomi man mano che scrivevo. Grazie ancora, Vincenzo.
avevo solo 7 anni ma con il tuo racconto ho rivossuto tutta la paura di qui 90 secondi e lo spavento del dopo, il non sapere cosa fare, il cercare i miei fratelli che non sapevamo dove erano!!
Grazie del commento amica/o anonima. Benvenuta sul mio blog.
un mio collega agente immobiliare di potenza mi raccontò del terremoto e di come lui pensasse "è troppo lungo, qui crolla tutto". e infatti
Grazie Giuliano, le esperienze vissute in quel momento sono tante. Io all'epoca ero adolescente, forse ho i ricordi ingigantiti dalla paura di quell'esperienza, ma la maggior parte dei dettagli sono vivi come allora.
Che emozione leggere quello che hai scritto. Io in Emilia ho vissuto tanti terremoti, quindi riesco ad immaginare un po' quello che deve essere stato il terrore. La possibilità di raccontarlo fa di te una specie di sopravvissuti. Grazie, mi hai emozionato.
Grazie a te Lady, per il tuo commento, ma sopratutto per la tua presenza.
Ciao enzo sono io l'anonimo non sapevo come postare il mio commento!
Non so perchè, ma "sentivo" che eri tu. :)
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