Le scimmie

...hanno poco a che vedere con il blog, ma ho voluto utilizzare queste goffe creature per rappresentarmi.
"Le scimmie sono una satira vivente della razza umana" Henry W. Beecher

mercoledì 27 novembre 2013

Adolescenza "Venduta"




Adolescenza venduta. Di chi sia la colpa è difficile capire. Gente senza scrupoli che vende la propria carne adolescente per il dio denaro. Forse i genitori assenti, menefreghisti o dal lato meno cinico, presi dalle difficoltà della vita, portati a “distrarsi” dall’attenzione verso i figli causa del mal vivere che ci siamo costruiti giorno dopo giorno. Forse perché tutti noi non siamo più capaci di insegnare loro quali sono gli effettivi valori della vita. Non vorrei l’avessimo dimenticato prima noi.

Il mondo va di fretta, troppo veloce per poter essere gestito facilmente. Irrimediabilmente c’è qualcuno che “casca” da questa giostra vorticosa che è la vita.
La cronaca di questi giorni si sta concentrando sulla storia di alcune ragazzine di diverse città italiane dove vendono la loro adolescenza per pochi spiccioli o per qualche scambio di regali. Vedi la storia delle baby prostitute dei Parioli, dove intervistate dai media raccontano delle loro “avventure” con una naturalezza impressionante:
«Ritorno alla vita normale, senza soldi... Non lo so, non lo so, non so nemmeno se ce la farò e sinceramente non so nemmeno se ce la faccio a non rifarlo... cioè è difficile adesso per me pensare che devo andare con i mezzi pubblici, io giro con il taxi».
Questo ha dichiarato Aurora al PM. Aurora ha solo 15 anni, sembra una donna vissuta, consumata dalla vita e dalla smania convulsa di avere tutto e subito, vestiti, agio e quant’altro. I genitori hanno una colpa.., anzi, hanno LA COLPA di non leggere negli occhi dei figli, di non ascoltare e non dialogare con loro, se poi in tutto questo c’è anche l’istigazione a farle certe scelte, non mi viene neanche la voglia di etichettarli come genitori.


Altra storia: Ragazzino diffonde video hard della sua ex, lei tenta il suicidio. Lui ha 15 anni, lei solo 13. La tragica storia raccontata da Il Fatto Quotidiano: un 13enne ha inviato agli amici un video in cui lui consumava un rapporto sessuale con la sua ex fidanzatina. Umiliata, la giovane ha tentato di togliersi la vita. Un ragazzino di 13 anni che invia agli amici più grandi un video hard che lo ritrae fare sesso insieme a una coetanea e lei che, di conseguenza, tenta il suicidio. È la storia di cui parla oggi Il Fatto Quotidiano: la storia di una relazione tra adolescenti che ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Secondo quanto scrive il quotidiano, il ragazzino ha diffuso il video hard che lo vedeva protagonista insieme alla coetanea dopo che i due si erano lasciati. Un video attraverso il quale ha ricattato (e umiliato) la giovane che, per la vergogna, avrebbe appunto tentato di togliersi la vita. I due giovani – scrive Il Fatto – frequentano la prima classe di un liceo di una grande città italiana: lui è il classico bulletto che piace alle compagne e lei è innamorata. Fa di tutto per conquistarlo, anche assecondare le sue voglie sessuali.

Loro sono soltanto bambini, non scaraventiamogli tutta la colpa addosso chiamandoli viziati, i giovani d'oggi sono tutti balordi ecc. ecc.
Ammettiamo le nostre colpe. Guardiamo da un'ottica diversa i nostri fallimenti. Mio padre ripeteva spesso una frase che non dimenticherò mai:
"Oggi non è che non si fanno più figli, semplicemente non ci sono più genitori."

sabato 23 novembre 2013

23 Novembre 1980 - 2013. La mia esperienza con il terremoto.

Sono trascorsi 33 anni da quella sera. Erano le 19:34 di una domenica come le altre. Una domenica di un allora ragazzo 13enne che giocava e ascoltava musica con gli amici in una cantina. Erano quelle le nostre discoteche, stanze di soffitte o cantine di palazzi adibite con qualche faretto e un vecchio giradischi.
Si rideva e non avendo altro a cui pensare si "viveva" nel pieno della spensieratezza adolescenziale.

Il Boato.

Un silenzio improvviso calò su tutti in una atmosfera paradossalmente finta, forse durò una frazione di secondo, ma nel ricordo sembra che quel silenzio sia durato ore, poi il boato. La terra incominciò a tremare con moto sussultorio ed ondulatorio, con una violenza tale da non permetterti di mettere un piede d'avanti all'altro senza perdere l'equilibrio.
Un urlo spaventoso di centinaia di persone solo nel circondario, milioni in tutta la Campania si levò al cielo, dando vita a scene di panico tutt'ora difficili da dimenticare.
Palazzi alti sette/otto piani che oscillavano come se fossero di carta sballottati dal vento ed alcuni addirittura si "baciavano", scontrando l'uno contro l'altro, cornicione contro cornicione.
Il fuggi fuggi era caotico, macchine impazzite che correvano in ogni dove, ognuno di loro cercava di raggiungere la propria famiglia. 
90 secondi circa, tanto durò la scossa.  Un lungo interminabile minuto e mezzo dove non riuscivi a capire, a prendere coscienza di quello che stava accadendo.

L'Epicentro.

Fu in Irpinia, a circa 30 km di profondità, colpì un area di 17.000 km² con magnitudo 7 della scala Richter (pari al 9°/10° della scala Mercalli). I comuni di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna furono totalmente rasi al suolo. Tutta l'area Irpina messa in ginocchio devastata dalla forza del terremoto.
Gli effetti, tuttavia, si estesero ad una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a Napoli interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in tufo; a Poggioreale crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.

I Numeri

2.998 morti.
8.245 Feriti.
234.960 senza tetto.
687 comuni che costituiscono le otto province interessate globalmente dal sisma (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), 506 (il 74%) sono stati danneggiati in modo grave, 37 di questi disastrati.
5.000.000 è il numero della popolazione coinvolta.
8.000 il numero dei soccorritori.

Classificato come uno dei terremoti più disastrosi del secolo, quello del 23 Novembre '80 ha lasciato un segno particolare in tutti noi che l'abbiamo vissuto. Ancora oggi dopo 33 anni, le immagini di quei giorni, la paura di non poter rientrare nelle proprie abitazioni, infatti dormimmo all'agghiaccio per diverse notti, in "accampamenti di fortuna" e la consapevolezza dell'immane tragedia che aveva colpito migliaia di persone,  resterà per sempre vivido nei nostri ricordi.

 

martedì 19 novembre 2013

18 Novembre 2013. Morire di "pioggia".


Sembra assurdo, morire per un maltempo. Anche se quando la natura si ribella all'uomo ci fa rendere conto della nostra pochezza ed inadeguatezza agli eventi.

Sardegna sconvolta dal maltempo
16 morti si cercano i dispersi. Drammatica ondata di maltempo sulla regione, vittime in diverse province. In Gallura si registra il bilancio più pesante. Ritrovati i corpi della famiglia dispersa ad Arzachena e del bambino a Raica. Allerta meteo esteso ad altre regioni. (Rainews24)

Dare la colpa agli eventi naturali sembra la cosa più logica, ma quanto influisce la mano dell'uomo su tutti questi sconvolgimenti climatici? Credo che di colpe ne abbiamo tante:



DISBOSCAMENTO. Gli alberi svolgono una importante funzione di mantenimento del terreno. L'eccessivo abbattimento degli alberi aumenta notevolmente il rischio delle frane, delle alluvioni e degli smottamenti del terreno. Anche la distruzione di pochi alberi, di un piccolo bosco, modifica radicalmente l'equilibrio naturale delle cose. La distruzione delle foreste su vasta scala modifica anche la mappa dei venti di una regione. Ciò implica delle variazioni conseguenti sul clima della zona, causando problemi alle agricolture locali ma anche sulla sicurezza della popolazione.


LA CEMENTIFICAZIONE DEI CORSI D'ACQUA. Nel corso degli ultimi quarantanni la superficie occupata da edifici, strade o altre infrastrutture in Italia è aumentata notevolmente. La causa principale di questo processo è il forte aumento della popolazione, i cui insediamenti hanno strappato spazi sempre maggiori a boschi, praterie, coste, corsi d’acqua. I fiumi, com'è noto, scorrono in natura, in un alveo affiancato da ampie aree di espansione in cui, nei periodi di piena, si riversano le acque in eccesso. L’estensione delle zone coltivate e abitate, la costruzione di strade e di industrie hanno determinato la progressiva riduzione di tali aree e la loro delimitazione attraverso argini artificiali che impediscono alle acque di minacciare le opere dell’uomo. Ma non è stato altro che un fallimento, in quanto la cementificazione agevole la fuoriuscita degli argini favorendo allagamenti e inondazioni.


EMISSIONI GAS SERRA CO2. Dall'inizio della Rivoluzione Industriale, la concentrazione atmosferica dell’anidride carbonica è aumentata del 40% circa, la concentrazione del gas metano è più che raddoppiata e la concentrazione dell’ossido nitroso (N2O) è cresciuta del 15%. Inoltre dati recenti indicano che le velocità di crescita delle concentrazioni di questi gas, anche se erano basse durante i primi anni ’90, ora sono comparabili a quelle particolarmente alte registrate negli anni ’80.
Nei Paesi più sviluppati, i combustibili fossili utilizzati per le auto e i camion, per il riscaldamento negli edifici e per l’alimentazione delle numerose centrali energetiche sono responsabili in misura del 95% delle emissioni dell’anidride carbonica, del 20% di quelle del metano e del 15% per quanto riguarda l’ossido nitroso (o protossido di azoto).
L’aumento dello sfruttamento agricolo, le varie produzioni industriali e le attività minerarie contribuiscono ulteriormente per una buona fetta alle emissioni in atmosfera.
Tutto questo e tanto altro ancora è quello che stiamo facendo noi uomini su questo pianeta. Sfruttiamo al massimo l'ecosistema soltanto per l'accumulo di potere e ricchezza non distribuita, ma che va ad arricchire le tasche dei pochi signori del potere. Ad ogni dramma si aggiunge una farsa, un susseguirsi di chiacchiere di cordoglio e demagogia. Nulla cambierà se prima non cambiamo il nostro modo di concepire lo scopo della nostra presenza su questo pianeta.
Noi sulla Terra non siamo i padroni di casa, noi qui, siamo gli ospiti.

sabato 9 novembre 2013

Ragno delle Banane.

Dopo la "Mucca Pazza", la "peste suina", la Mozzarella alla diossina, il pane contraffatto, il pesce azzurro al piombo, la terra dei fuochi, ortaggi alle scorie nucleari, la pecora alla pecorella e chi più ne ha più ne metta, arriva un'altro allarme dal reparto ortofrutticolo.
Un ragno velenoso nelle banane. Gli articoli sottolineano "quelle importate" (vorrei sapere quanti alberi di banane abbiamo in Italia.) 

Ecco la descrizione del ragno:
"Il suo nome è Phoneutria nigriventer ed è conosciuto come il ragno delle banane. È il ragno più velenoso del mondo e se ne sta sentendo molto parlare in Gran Bretagnadove è stato ritrovato all'interno di alcune banane.Come racconta il Daily Mail il caso è avvenuto ad Hampton, città a sud-ovest di Londra, dove la famiglia Taylor si era recata all'interno di un supermercato per fare spese. Giunti a casa sono rimasti sbalorditi e spaventati nell'osservare centinaia di ragnetti fuoriuscire dalla frutta e in particolare dalle banane. Dopo i vari reclami al supermercato sono state svolte delle analisi sui ragni fiorisciti dalle banane.
Il verdetto è risultato decisamente poco positivo : il Brasilian wandering (Phoneutria nigriventer), una specie originaria del Centro e Sud America, è pericolosissimo. È un ragno molto aggressivo e un suo eventuale morso può provocare problemi molto gravi sull'uomo alla respirazione e anche paralisi. In alcuni casi può anche portare alla morte. La famiglia Taylor ha momentaneamente lasciato la propria casa per dar inizio alla disinfestazione ma la notizia tuttavia sta facendo il giro dell’Europa."
Inquiniamo e distruggiamo tutto quello che ci circonda in cambio dell'attenzione del dio denaro.
Non credo nella  fine del mondo, il modo non finirà. La natura vede e provvede, si evolve, si trasforma e correrà ai ripari. Un giorno riuscirà a togliersi dalle "spalle" il virus più letale, riuscirà a sconfiggerlo eliminandolo per sempre dalla faccia della terra, questo virus è conosciuto con il nome di Homo Sapiens.

giovedì 7 novembre 2013

Che ce ne facciamo...


Passeggiando per le vie di Facebook, mi sono imbattuto in un post molto particolare. Dei pensieri scaturiti dalla rabbia e dalla non rassegnazione di una persona che ha dato voce a altre mille contemporaneamente.

Svegliati popolo napoletano. Svegliati.

"Che ce ne facciamo della prima linea ferroviaria per turisti al mondo, della prima università pubblica al mondo, della prima cattedra di Economia al mondo, della prima accademia di architettura in Italia, del primo orto botanico in Italia, della prima scuola di ballo in Italia, della prima nave a vapore nel mediterraneo, del primo Osservatorio astronomico in Italia, del primo codice marittimo nel mondo, della più alta concentrazione di teatri in Italia, del primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia, del numero maggiore di conservatori musicali, del numero maggiore di pubblicazioni tra riviste e giornali?
La nostra vera grande tragedia è questo passato glorioso sul quale ci culliamo e che ci rende presuntuosi e sciocchi nel non capire che è proprio questo passato ad essere il freno e l'ostacolo maggiore alla nostra crescita.
E allora si fottano la pizza, la pasta e la mozzarella. Se il peso della nostra tradizione e storia deve essere motivo di autoreferenzialità , motivo di tragica e maledetta accettazione passiva del presente, e non leva e sprone per crearci un futuro, allora si fottano anche i pastori e la tammorra.Non ce ne facciamo niente dei primati di sopra (ne ho citati pochissimi, ce ne sarebbero molti ancora), mi viene voglia di pensare che sarebbe meglio non averne alcuno:forse ci svestiremmo di presunzione e magari a qualcuno verrebbe in mente di rimboccarsi le maniche per davvero.Forse non e' un caso se nel dialetto Napoletano, il tempo futuro non si usa mai.Lo si usava solo nel Napoletano antico. Appunto."
[Luca Delgado, on facebook]

martedì 5 novembre 2013

Rubrica: L'importante è crederci. n° 2


Nasce a Chaozhou (nella Provincia di Guangdong, Cina) nel 1928.
Nel 1940 la sua famiglia si spostò a Hong Kong per evitare i disordini presenti in Cina in quegli anni e furono costretti a chiedere alloggio presso uno zio benestante. La condizione economica e sociale di cui godeva questo zio era tale da renderlo di un'arroganza che Li non avrebbe dimenticato per il resto della sua vita: sarà proprio il disprezzo verso lo zio ricco a spingerlo a ritagliarsi un ruolo di prestigio nel mondo.
Il padre di Li perse la vita pochi anni dopo il trasferimento a causa di una tubercolosi. Per questo Li fu costretto a lasciare la scuola a 15 anni e a cercarsi un lavoro: la sua prima occupazione fu in una fabbrica di materie plastiche in cui era costretto a lavorare anche 16 ore al giorno. Nel 1950, grazie al suo talento, alla sua perseveranza e al suo durissimo lavoro riuscì a mettere da parte il denaro per aprire una propria attività nel settore della plastica, che chiamò Cheung Kong Industries. Li decise di espandersi in diversi settori, e in breve riuscì ad acquisire una forte posizione nel mercato immobiliare e a farsi ammirare come manager grazie ad alcuni investimenti di successo; la sua ascesa al potere economico raggiunse uno dei traguardi più alti quando portò l'azienda alla quotazione in borsa nell'indice di Hong Kong nel 1972. Non soddisfatto, Li continuò ad espandersi acquisendo anche la Hutchison Whampoa e la Hongkong Electric Holdings Limited rispettivamente nel 1979 e nel 1985.
Li creò uno stabilimento di produzione con dei fondi provenienti da amici, parenti a contatti di lavoro che aveva sviluppato da venditore. Li comincio' a leggere avidamente pubblicazioni commerciali per informarsi di più. Alla fine decise di lanciarsi nella produzione dei fiori di plastica di "alta qualità e basso costo". Li studiò come mischiare i colori affinché il risultato finale mimasse il colore naturale dei fiori. Li decise di investire più capitale assumendo i migliori tecnici e migliorando l'aspetto della fabbrica per settimane. Un grande investitore straniero venne a visitare la fabbrica e rimase cosi ben impressionato dall'organizzazione che decise di ordinare fiori in grandi quantità. In pochi anni, Li divenne il più grande produttore di fiori di plastica in Asia e fece una fortuna vendendoli.

Lui è Li Ka-Shing (李嘉誠; 13 giugno 1928) imprenditore cinese, amministratore delegato e uno dei maggiori azionisti del gruppo Cheung Kong Holdings che controlla società come Hutchison Whampoa. Li è la persona più ricca di Hong Kong e dell'intero sud-est asiatico, oltre che decima persona più ricca del mondo con un patrimonio stimato da Forbes in 26,5 miliardi di dollari americani.
Unico titolare della linea telefonica H3G in tutto il mondo.

Titolare della Hutchison Whampoa Limited, compagnia multinazionale che controlla porti e servizi correlati, immobiliare ed alberghiero, telecomunicazioni, distribuzioni, energia ed infrastrutture. Le attività di HWL sono presenti in 52 nazioni, e la società ha oltre 240.000 dipendenti. HWL è tra le prime 500 compagnie nella classifica Fortune.

sabato 2 novembre 2013

A livella - di Antonio de Curtis in arte Totò.


In occasione della ricorrenza del 2 Novembre, giorno della commemorazione dei defunti, voglio pubblicare questa splendida poesia di Antonio De Curtis, il mitico Totò. In queste righe Totò esprime tutta la verità e tutto il senso della morte, paragonandola ad una livella. 


Ogn'anno,il due novembre, c'è l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado,e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.
St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo,e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.
'O fatto è chisto,statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo,stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.
"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del'31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele, cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce' stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata, senza manco un fiore;
pe' segno sulamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola che pena me faceva
'stu muorto senza manco nu' lumino!
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato, dormo.., o è fantasia?
Ate che fantasia; era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu' na scopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo, calmo calmo,
dicette a don Gennaro: "Giovanotto!
Da Voi vorrei saper vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir, per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va,si,rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava si inumata;
ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo quindi che cerchiate un fosso
tra i vostri pari, tra la vostra gente"
"Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo obbj', 'nd'a stu mumento
me ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti, oh turpe mal creato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé..-piglia sta violenza...
'A verità Marché, mme so' scucciato
'e te senti; e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...
Muorto si tu e muorto so' pur'io;
ognuno comm' è a nato é tale e quale".
"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me che ebbi natali
illustri, nobilissimi e perfetti
da fare invidia a Principi Reali?".
"Tu qua' Natale, Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo 'int'a cervella 
che staje malato ancora e' fantasia?
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.
'Nu rre,'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino, che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"