Le scimmie

...hanno poco a che vedere con il blog, ma ho voluto utilizzare queste goffe creature per rappresentarmi.
"Le scimmie sono una satira vivente della razza umana" Henry W. Beecher

mercoledì 30 settembre 2015

Parco dei Camaldoli.



Se stessimo passeggiando per la Toscana, l'Umbria, sulle colline emiliane questo tipo di paesaggio ci lascerebbe entusiasti, godendo della bellezza della natura e magari rimpiangendo che di posti cosi vicino casa non li abbiamo.
Niente di più sbagliato, di posti così, vicino casa ne abbiamo e anche tanti, solo che non ne valutiamo l'importanza, anzi si cerca in qualsiasi modo per rovinarne la reputazione, deturpando il paesaggio e maltrattando ogni angolo dove la mano del "napoletano" che orgoglioso di questa città fa di tutto per sottometterla.



Oggi mi trovo al parco dei Camaldoli, situato sull'omonima collina, dove con i suoi 485 metri sul livello del mare, è il rilievo più alto della città di Napoli. La sua origine viene fatta risalire a circa 35.000 anni fa, in seguito a violente eruzioni che colpirono tutta l'area vulcanica dei Campi Flegrei.
I due versanti sono caratterizzati da differenze sostanziali: il versante sud è caratterizzato da rupi scoscese composte da rocce di tufo; il versante nord è in lieve declivio ed è ricoperto da un folto bosco ceduo.


L'incuria, sia da parte dei cittadini che frequentano il luogo, sia da parte di chi dovrebbe averne la manutenzione, ne fa da padrona. Cancelli mal riposti, addirittura bloccati da catene, barriere architettoniche ovunque, in modo tale da non lasciare libero accesso a carrozzine e/o persone diversamente abili.



Per non parlare poi del solito abbandono di sacchetti ovunque. Non mi piace parlare male della mia città, lo sputtanapoli è già uno degli sport preferiti da tante persone che non hanno neanche mai visto la città di Napoli. Ma è essenziale che le tantissime persone, la maggioranza dei miei concittadini che amano questa città, facciano qualcosa per sensibilizzare la parte "cariata" della mentalità di alcuni che si professano amanti orgogliosi di Napoli.


La "K" non c'entra nella lingua italiana.


La lingua italiana è una lingua romanza e tra le prime 25 lingue più parlata nel mondo. Come tutte le lingue neolatine, la sua musicalità dà colore ed espressione ad ogni frase scritta o recitata. Ha dato lustro alla "Divina Commedia" dove dal volgare toscano trecentesco fino all'epoca moderna ha dato vita ai più grandi poemi della storia della letteratura mondiale.
Ha visto Nobel del calibro di:
Giosuè Carducci (1906)
Grazia Deledda (1926)
Luigi Pirandello (1934)
Salvatore Quasimodo (1959)
Eugenio Montale (1975)
Dario Fo (1997).

Tutto questo "paraustiello" per capire perchè adulti, quarantenni e oltre devono scrivere parole come "KI? KE? PERKE? KIAMA ECC." E’ ormai da tempo che assistiamo allo sfacelo della scuola italiana, dell’università e della cultura in generale. Ogni livello scolastico ha subìto un processo di semplificazione degli insegnamenti ed un impoverimento della qualità, con poche eccezioni riservate ad alcune istituzioni scolastiche che ancora “resistono”, passi la battitura mancata del "H" che sommate al tempo di tutte le acca risparmiate nel corso di una vita media di 75 anni sono pari a poche decine di secondi (manco il tempo di pensare "KE KAZZO HO FATTO?"), l'abbattimento totale mi viene quando la "K" la usate al posto del "C" o della "Q", in casi come "KUANDO, KUESTO, KUELLO, KASA, KAVALLO" .
Abbiate un po’ di rispetto per la lingua italiana e per chi ne fa un corretto utilizzo, non solo perché sarete più apprezzati ma anche perché verrete presi più sul serio. Sarà un limite mio, ma non riesco a prendere sul serio un testo, messaggio o qualsiasi cosa scritta piena di K, lo trovo ridicolo, un po’ buffo e sinceramente anche un po’ grottesco. Mi capita veramente di frequente di vedere stati su Facebook, risposte o commenti scritti in questo modo, ed è per questo che dal mio piccolo voglio dare il mio parere su una cosa che so che da sui nervi a parecchie persone. Utilizzare “ch” non vi ruberà più tempo nel momento della digitazione o della scrittura di un testo, ma sicuramente vi darà più credibilità, vi renderà meno inadeguati, più maturi e sicuramente più “adulti”. Ovviamente non che lo scrivere bene e in modo appropriato renda di per sé una persona migliore di un’altra, ma sicuramente si parte da un livello più alto di attendibilità.

scusate lo sfogo, ma so' KAKAKAZZO!