Le scimmie

...hanno poco a che vedere con il blog, ma ho voluto utilizzare queste goffe creature per rappresentarmi.
"Le scimmie sono una satira vivente della razza umana" Henry W. Beecher

domenica 21 giugno 2015

Giornalettai all'assalto.


Arrestano nel quartiere Barra di Napoli, un "boss" della camorra.
Notizia quasi normale, le mafie esistono dappertutto. Quindi come fare per far risaltare la notizia che altrimenti non avrebbe lo scalpore desiderato? Detto fatto; così il giornalettaio di servizio impacchetta la notizia con un bel fiocco di sensazionalismo buttando merda su tutta la città di Napoli.

rainews.it: Si nascondeva nel territorio su cui aveva controllo più stretto, come tutti i capo clan ricercati, ma è stato arrestato nonostante la gente abbia tentato si impedirlo.
repubblica.it: Napoli arrestato il boss latitante...la folla tenta di impedire la cattura.
ilsecoloxix.it: Arrestato il boss Cuccaro: le persone della zona provano a fermare i carabinieri e così decine di testate inneggiano al anti napoletanità, etichettandoci come sempre per un popolo anti legge, pro boss ecc, nessuno si è pronunciato sul fatto che non erano "la gente del quartiere", non era l'intera popolazione di Napoli a cercare di impedire la cattura, ma semplicemente la stessa famiglia e amici (probabilmente della stessa pasta del pregiudicato), il quale erano riuniti per festeggiare l'onomastico del loro parente.
Ma scrivere la verità, per i giornalettai di oggi non è parte della loro attività. ed infangare Napoli fa vendere ancora tanto bene la notizia.

lunedì 8 giugno 2015

Lingua Napoletana.

Un paio di anni fa, nell'Agosto del 2013, L'UNESCO riconosce il napoletano come lingua e non dialetto, seconda solo all'italiano per diffusione tra quelle parlate nella penisola. Sicuramente si tratta dell’idioma italico più esportato e conosciuto grazie alla canzone classica partenopea, una delle maggiori espressioni artistiche della cultura occidentale che da più di un secolo diffonde in tutto il mondo la bellezza della parlata napoletana. Una lingua romanza che, nelle sue variazioni, si parla correntemente nell'alto casertano, nel Sannio, in Irpinia, nel Cilento, e nelle zone più vicine di Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise e Puglia, ovvero tutti quei territori che nelle antiche Due Sicilie costituivano il Regno al di qua del faro di Messina laddove la lingua nazionale era appunto il Napolitano, mentre il Siciliano era la lingua nazionale del Regno al di la del faro (Sicilia).
Non è una lingua facile. Non si legge come si scrive. Oggi più che mai questa lingua va lentamente disperdendosi, amalgamandosi, mischiandosi con la lingua italiana. Nella cultura moderna, e particolarmente nei giovani, è uso scrivere il dialetto nello stesso modo di come si parla, scrivendo degli obbrobri dove a volte trovo difficile capire cosa significa anche io che sono napoletano. Errori ripetuti anche da chi fa della lingua napoletana la propria attività, come l'esempio di un ristorante con scritto sulla tabella "“A' TAVERNA DO' RÈ”", in una piccola frase ci sono almeno cinque errori che vanno dagli apostrofi che "spezzano" la parola fino al diverso uso del sostantivo, la frase corretta viene ad essere "‘A TABERNA D’ ‘O RRE".
Di esempi di errori ce ne sono tanti, per non parlare poi dei vari "pkè = perché" - "kre = che c'è" scempiaggini di chat che fanno inorridire chi legge. (D'altronde si violenta continuamente la lingua italiana, con i congiuntivi, le varie punteggiature, perché dovrebbe essere altrimenti con la meno diffusa lingua napoletana?)