L'ennesima vittima di un gioco di potere chiamato "Crisi". Ancora un padre di famiglia che decide di "smettere di lottare", perché ormai reso inerme e impossibilitato a reagire. In questo paese, in questo luogo e tempo martirizzato da dubbi e paure, da coscienze lese e da incoscienti sulle poltrone.
Leggo, dietro segnalazione di Alessandra Giraldo (@giraldo_ale) progettieducativi.com quest'articolo ché trasmette angoscia, tristezza e nell'insieme rabbia.
"La gente è arrivata in silenzio, con la testa bassa.Ha riempito la chiesa, e poi il piazzale.
Non era il funerale di un’autorità o di un uomo famoso, ma di “uno di noi”, un lavoratore e padre di famiglia.Lunedì scorso non ce l’ha più fatta.Ha deciso di smettere di lottare.
Eravamo in tanti, oggi, per portare il nostro ultimo saluto, ma anche per guardarci negli occhi, per chiederci cosa ci stia accadendo, per provare a capire qualcosa più grande di noi. (leggi tutto...)
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